Oggi per noi è una giornata tristissima, il lavoro di un anno bruciato in 4 ore. Ci abbiamo messo l’anima, ore e ore di prove sentieri, di telefonate, di richieste, di confronti, di organizzazione. Centinaia di km percorsi, a piedi e non (avete visto su 4 ruote quanto tempo ci vuole per arrivare da un capo all’altro del Gran Raid). Giornate, e pure nottate sotto l’acqua, trascorse sul terreno per trovare una traccia dove farvi passare, fino all’ultimo. Per tramutarsi nell’unico impegno di portarvi tutti a casa.
Abbiamo peccato di inesperienza? Probabilmente sì, una situazione così non ci era mai capitata, in 8 anni di storia. Il nostro obiettivo è stato quello di permettervi di correre il Gran Raid, e poi è diventato la vostra sicurezza.
Questa notte vi abbiamo scritto solo un breve messaggio su facebook: lo ho scritto io, Luca, mentre in macchina sotto il diluvio stavo al telefono per non perdere nessuno di voi. Tutti noi dell’organizzazione eravamo sul territorio per questo: vi chiediamo scusa se non ci sono state maggiori informazioni. Solo ora, che vi sappiamo tutti rientrati, stiamo iniziando a respirare.
Quello che ci ha spinto a lasciarvi partire, ieri notte alle 23, è stata la nostra passione per questo sport, quella stessa passione che condividiamo. E la scelta di non far partire la 26 e la 49, è stata per evitare il ripetersi di qualcosa che davvero non volevamo, a qualche ora di distanza.
Nessuno si è fatto male, oggi è quello che conta.
Dobbiamo stringere in un abbraccio tutti i nostri volontari, chi vi ha aspettato sotto l’acqua, chi nei ristori, chi ci ha aiutato con i sentieri, ogni persona che ha lavorato stanotte per voi. Tutti gli amici che ci hanno supportato.
Grazie a tutti
seguiranno ulteriori informazioni